Categorie
2015/2016 Eventi

Il vero significato di Signore nel Cielo

Amici del Centro Culturale Sant’Adalberto

L’Officina Contemporanea ha organizzato la presentazione del libro: Il vero significato di Signore nel Cielo

Un libro fantastico sul valore dell’incontro tra culture e religioni con il quale il grande evangelizzatore gesuita ha aperto i cuori dei cinesi.

All’incontro, che si terrà venerdì 27 novembre 2015 alle ore 17.30 presso la Biblioteca Capitolare di Verona, saranno presenti i tre protagonisti di questa edizione, che è la prima tradotta direttamente in italiano dal cinese:

Padre Giovanni Battista Sun, Centro Studi Li Madou di Macerata
Padre Antonio Olmi, Professore di Teologia
Padre Gianni Criveller, Sinologo Docente di Teologia ad Hong Kong e Milano

Il libro:

Su richiesta dei letterati cinesi, Ricci dialogava con loro trattando l’argomento del Signore del Cielo, cioè di Dio. Il suo Catechismo, intitolato Il vero significato di «Signore del Cielo» e pubblicato a Pechino nel 1603, ha descritto questa originale e attualissima forma di catechesi, valida per annunciare il Vangelo a qualunque cultura.

Il dialogo può riassumersi così:

Cinese: “Vorremmo conoscere l’insegnamento che riguarda il Signore del Cielo.”
Ricci: “Sono venuto dall’Occidente proprio per far conoscere il Dio di cui parlano le nostre Scritture.”
Cinese: “Non sappiamo leggere le vostre Scritture.”
Ricci: “Ma possiamo parlare di Dio usando la ragione naturale.”
Cinese: “Certo! L’uomo è dotato della retta ragione per sondare la profondità delle cose, così come l’uccello è fornito di due ali per librarsi sulle foreste della montagna.”
Ricci: “Fin dall’inizio della creazione esiste la Via del Signore del Cielo, che è da sempre presente nel cuore dell’uomo. Questa dottrina è universalmente vera, e può essere sostenuta dalla retta ragione.”
Cinese: “L’uomo virtuoso considera la ragione come il criterio principale. Chi potrebbe allontanarsi da essa?”

Introduzione di Gianni Criveller e Antonio Olmi
Traduzione e note di Sûn Xùyì e Antonio Olmi
Prefazione di Mons. Savio Hon Tai Fai, segretario di Propaganda Fide
Postfazione di Mons. Claudio Giuliodori, vescovo di Macerata
Prima edizione in lingua italiana con testo cinese a fronte
Edizioni Studio Domenicano

Categorie
2014/2015 Eventi

P. Matteo Ricci in Opera

Biografia:

P. Matteo Ricci
Nato a Macerata il 6 ottobre dei 1552 da nobile e importante famiglia, inizia gli studi in una scuola gesuita e nel 1568 si trasferisce a Roma per completare la sua formazione di letterato e di religioso. Nel 1572 entra nel noviziato a Sant’Andrea al Quirinale e presso il Collegio Romano segue i corsi diretti dal tedesco padre Cristoforo Clavio dal quale eredita la grande passione per le discipline scientifiche come la matematica, l’astronomia e la cartografia oltre alla conoscenza dei letterati classici.

All’epoca, il visitatore generale delle missioni dei Gesuiti in Oriente è padre Alessandro Valignano, incaricato anche della preparazione di alcuni missionari per una spedizione cattolica in Cina. Padre Ricci è uno degli uomini destinato al trasferimento e, dopo esser stato ordinato sacerdote, nel 1582 salpa alla volta della missione verso Macao. Costretto a rimanervi più del previsto a causa dell’interdizione della Cina agli stranieri, si dedica all’apprendimento della lingua e degli usi e costumi cinesi, vestendo successivamente gli abiti propri dei letterati.

Dopo avere invano tentato nel 1598 di raggiungere Pechino, Padre Matteo Ricci rientra a Nanchino dove rimane fino al 1601, anno in cui riesce finalmente a raggiungere la capitale. Non sono però anni infruttuosi: in questo periodo cresce e si rafforza il legame di stima reciproca con la classe colta e con le schiere governative cinesi tanto che, proprio grazie al rispetto di cui gode presso di esse, viene raccomandato per il suo ingresso a Pechino, capitale del “Regno di Mezzo”, alla Corte Imperiale di Wanli. La fama di teologo, predicatore e letterato occidentale lo precede a tal punto che l’Imperatore, incuriosito e colpito dallo “straniero”, gli concede il permesso di fondare una chiesa (sostenuta a spese dell’erario) e, ammettendolo spesso a corte, lo introduce nella cerchia dei mandarini, i più importanti funzionari imperiali.

Quando muore nel 1610, la comunità cristiana cinese, fondata da Padre Matteo Ricci, contava 500 convertiti di cui 400 solo a Pechino; tra questi-neofiti spiccano figure di primo piano della vita sociale, culturale e politica cinese, nonché alcuni parenti dell’Imperatore. Padre Matteo Ricci riceve, forse, il più alto riconoscimento, cioè il privilegio imperiale di un terreno di sepoltura nella capitale in quella che oggi è la School of Beijing Municipal Committee. Tale onore, impensabile per gli stranieri che non potevano essere inumati a Pechino, viene concesso dall’Imperatore su richiesta dei compagni di Padre Matteo Ricci in virtù del suo amore e della sua profonda stima per il popolo e la cultura cinese.

La tomba del gesuita maceratese si trova oggi all’interno del Cimitero di Zhalan, presso il Collegio Amministrativo di Pechino (Beijing Administrative College), situato nei pressi del Tempio delle Cinque Pagode, alla periferia nord-ovest della città.